 |

ALTAVILLA
Famiglia di piccoli feudatari normanni originari
di Hauteville-le-Guichard, che nel Medioevo regnò sul Mezzogiorno
italiano unificandolo. Capostipite fu Tancredi (morto nel 1040 ca), padre
di dodici figli avuti da due mogli, una parte dei quali emigrò,
come molti altri cavalieri normanni di rango minore, per guadagnarsi terre
e ricchezze al servizio di bizantini e di principi longobardi. Nel 1042,
Guglielmo detto Braccio di Ferro, dopo aver sostenuto insieme a fratelli
e compagni una rivolta delle città pugliesi contro Bisanzio, si
installò nei territori di Ascoli Satriano e Venosa, con il titolo
di conte di Puglia. Gli successero i fratelli Drogone (1046-1051), Umfredo
(1051-1057) e infine il fratellastro Roberto, detto il Guiscardo, cioè
l'astuto (1057-1085), che si era nel frattempo costituito dal 1046 un
forte dominio in Calabria. In cambio dell'impegno alla riconquista della
Sicilia dai musulmani, nel 1059 il papa Niccolò II gli riconobbe
il titolo di duca di Puglia e di Calabria, dando così pienezza
istituzionale al dominio degli Altavilla in Italia meridionale. Suo fratello
Ruggero (I di Sicilia), portò a termine la conquista dell'isola,
dove si insediò con il titolo di gran conte (1062-1101). Il ducato
passò a Ruggero detto Borsa (1085-1111), nato dalle seconde nozze
del Guiscardo con la longobarda Sichelgaita, figlia del principe di Salerno.
Il fratellastro Boemondo tenne per sé Taranto e Bari, da dove guidò
la spedizione normanna alla prima crociata. In Siria conquistò
Antiochia, fondandovi l'omonimo principato nel 1099. Erede del ducato
di Puglia e Calabria alla morte del Borsa restò il giovanissimo
e debole figlio Guglielmo (1111-1127). La lunga fase di anarchia fu chiusa
dalla decisa azione del nuovo duca Ruggero II (1127-1154), figlio di Ruggero
I di Sicilia e già successore del fratello Simone (1101-1105) nella
contea isolana. Questi riaffermò il potere ducale sulle città
campane e pugliesi e sui nobili ribelli e si fece nominare re di Sicilia,
prima nel 1130 dall'antipapa Anacleto II, e poi dal papa legittimo Innocenzo
II nel 1139. I primi tre figli non gli sopravvissero: Ruggero duca di
Puglia morì nel 1148, Tancredi principe di Taranto e Bari intorno
al 1140, Alfonso principe di Capua nel 1144. Il trono fu ereditato dal
quarto, Guglielmo I detto il Malo (1154-1166), cui successe il figlio
Guglielmo II il Buono (1166-1189), che morì senza prole. La corona
fu rivendicata dal conte di Lecce Tancredi (1190-1194), nipote illegittimo
di Ruggero II, e poi da suo figlio minorenne Guglielmo III (morto nel
1198). Contro di loro con la forza delle armi sostenne il proprio diritto
ereditario l'imperatore Enrico VI (morto nel 1197), nella sua qualità
di secondo marito dell'unica erede legittima, l'anziana Costanza, figlia
di re Ruggero. La casa sveva degli Hohenstaufen acquisiva così
nel 1194 il trono di Sicilia, mentre con la morte di Guglielmo III e poi
con quella di Boemondo III di Antiochia si esauriva la dinastia degli
Altavilla.
G. Petralia
|
 |